venerdì 5 dicembre 2014

INTERVISTA A LAZZARO MAINARDI

Beatrice Tiberi, nella sua rubrica nel webzine CULTORA, ha intervistato il protagonista di La scelta di Lazzaro, appunto Lazzaro Mainardi.
La trovate qui.
Buona lettura!

venerdì 14 novembre 2014

Recensione di LA SCELTA DI LAZZARO da IL DIALOGO DI MONZA

"Come nel suo romanzo precedente, La Gabbia Criminale, Bastasi riesce a descrivere, in modo convincente, stati d’animo non facilmente traducibili in parole."

La recensione, di Valeria Savio, la trovate qui.

giovedì 17 luglio 2014

Il commento di un lettore su "La scelta di Lazzaro"

"Ale", su Amazon, così commenta La scelta di Lazzaro:
Storia suggestiva e dai colpi di scena imprevisti. Il protagonista ha in sé i tratti dell'eroe e del malvagio contemporaneamente in un incubo di flashback e flashforward.

lunedì 7 luglio 2014

LA SCELTA DI LAZZARO DA OGGI DISPONIBILE IN FORMATO CARTACEO



Comunicato di Meme Publishers


Con La scelta di Lazzaro del nostro Alessandro Bastasi, abbiamo inaugurato la disponibilità delle nostre pubblicazioni anche nel tradizionale formato cartaceo! Il volume di 228 pagine in copertina plastificata e in formato tascabile, è disponibile da oggi ordinandolo online sugli store Amazon di tutto il mondo, o partendo da qui.

Il volume sarà recapitato comodamente a casa entro tre giorni dall'ordine, con spedizione gratuita!

Abbiamo scelto il POD (Print On Demand) come mezzo per raggiungere ovunque il nostro pubblico, e per aggirare i ben noti problemi di distribuzione che affliggono oggi in Italia le piccole e nuove realtà editoriali.

Per un approfondimento della discussione, vi invitiamo a leggere l'interessantissimo pamphlet di Silvia Tessitore, patron di Zona Editrice: Quello che ai lettori non dicono.

giovedì 10 aprile 2014

La scelta di Lazzaro: il commento della scrittrice Laura Costantini


Forte, difficile, complesso. Come gli anni di piombo. Non stupisce che questo romanzo abbia avuto difficoltà a trovare una collocazione editoriale. Queste sono storie che fanno paura. perché non si lasciano incasellare. Perché rifuggono da...l buono e cattivo, dal bianco e nero. Così, se si guarda nel profondo, succede che vittime e carnefici si incontrino e confondano i ruoli. L'ex terrorista assassino si trova a scontare la vendetta della figlia di una sua vittima. Una ragazza "rotta" dentro, incapace di superare il trauma. Una donna che sarà spietata come e più delle vecchie ideologie e porterà Lazzaro a fare una scelta senza ritorno.

mercoledì 2 aprile 2014

Il commento di una lettrice

Paola Visconti, a proposito di "La scelta di Lazzaro", scrive:


"La scelta di Lazzaro" ha il pregio di offrire diverse chiavi di lettura.
Io mi riconosco nel profondo senso di smarrimento del protagonista, smarrimento che non risparmia nessuno dei personaggi di questa drammatica storia.
Lazzaro rappresenta il crollo degli ideali, il disorientamento nato dalla consapevolezza che ogni gesto compiuto e ogni direzione presa in presunta autonomia possano in realtà essere guidati da una regia oscura, dalla complessa mostruosità umana, da un caos strisciante che consolida se stesso in una spirale senza fine.  Con la desolante presa di coscienza che la responsabilità delle proprie azioni non può essere delegata a un disegno collettivo: alla fine ciascuno di noi rimane solo, con il conto da pagare, incapace di rimediare alle conseguenze generate dai propri errori.
Quando una storia torna spesso nei tuoi pensieri è una storia scritta bene, è penetrata in profondità, ha il respiro che segna la differenza tra lettura e letteratura.
Complimenti, Alessandro Bastasi, e grazie.

lunedì 27 gennaio 2014

Liberi di Scrivere: recensione di "La scelta di Lazzaro"



Anch’io avevo sparato, in Italia, nella mia esistenza precedente. Ma era qui che si era svolta una guerra vera, durata quattordici anni. Una guerra atroce, che aveva fatto letteralmente scomparire il centro della città, gli alberghi, il mitico Saint-George, la passeggiata sul lungomare. Desolazione, rancore e morti a grappoli, a ondate.
«Ormai ci avevamo fatto l’abitudine», mi diceva Samar. «E la gente usciva lo stesso. Noi bambini andavamo a scuola e spesso dovevamo rimanere lì anche a dormire, perché non potevamo tornare a casa. Senza luce, senza telefono, perché i cavi erano saltati con le bombe. I più ricchi avevano installato un generatore privato. La cosa terribile era che mia madre non sapeva mai se ero viva o se ero morta.»
Esponente del cosiddetto noir sociale, impegnato, di denuncia, corrente che negli anni 70 vede affermarsi autori prevalentemente francesi, per cui coniarono il termine neo polar, Alessandro Bastasi è un autore interessante e per il gusto di chi scrive degno di attenzione, capace di unire ad una capacità espressiva di tutto rispetto, un coraggio civile che gli fa affrontare temi anche scomodi o per lo meno controversi. Come appunto è successo in questo romanzo La scelta di Lazzaro, edito unicamente in ebook, per la francese Meme Publishers – Paris, in cui affronta il tema del terrorismo e delle conseguenze e delle ripercussioni delle nostre azioni, a cui non possiamo sfuggire, anche se passa il tempo, anche se cambiamo e non siamo più le persone che eravamo. Gli editori tradizionali hanno esitato a pubblicare questo romanzo, temendo di ferire sensibilità, di inerpicarsi in temi scabrosi e problematici, di turbare il già esiguo parco dei lettori italici, preoccupazioni comprensibilissime da un certo punto di vista, anche se piuttosto avvilenti. La maturità dei lettori credo sia superiore a quella a loro attribuita, e la capacità di affrontare un tema complesso e anche doloroso come il terrorismo, credo non vada negata a prescindere. Anche se va detto si è fatto ben poco in questi anni per venire a patti, e metabolizzare una realtà che ha pesantemente influenzato la nostra storia e di cui volenti o nolenti ne vediamo ancora le conseguenze tutt'oggi. La lotta armata degli anni 70 in Italia, è stata quasi dimenticata, se non rimossa, lo Stato ha vinto, molti militanti di allora, diventati pentiti, sono tornati nella vita civile e scrivono editoriali sui giornali. Ben venga quindi anche solo un romanzo, un’ opera di fantasia, che ci aiuti a riflettere, a porci dei problemi, a non nascondere la testa sotto la sabbia, pensando che sia meglio non vedere, che venire a patto con realtà scomode e dolorose, appunto. Come ha detto Bastasi in un’ intervista non è un’agiografia di un terrorista, ma è una storia che aiuta a fare i conti con i dubbi e gli ideali traditi di una generazione, riproponendo nuovi dubbi, nuovi interrogativi. Detto questo, che mi sembrava doveroso, per rispetto delle vittime del terrorismo, di tutti i terrorismi compresi quelli di stato, ricordando che è appunto solo un romanzo, senza pretese di testimonianza o di verità conclamate, mi permetto di far notare che questo tema è quanto mai attuale, a causa delle recrudescenze del terrorismo islamico post 11 settembre, data piuttosto surreale che ricorda come ormai la guerra non è più relegata in territori lontani da noi, ma è ovunque, nelle nostre città del ricco occidente, pronta a esplodere in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. Protagonista del romanzo è Lazzaro Mainardi, ex militante di Azione Proletaria, un uomo conscio di suscitare quella diffidenza che gli crea il vuoto intorno. Forse perché non mi ero mai formalmente staccato dal mio passato. Forse perché considerato corresponsabile della morte di tanta gente. Un uomo che ha visto la guerra, e fotografato il massacro di Sabra e Shatila, compiuto dalle falangi libanesi, essendo stato in una sua vita precedente appunto fotografo. Mi pesava invece attraversare la città, ancora un cumulo di macerie, i muri sbriciolati dalle granate o crivellati dalle raffiche di kalashnikov, con le finestre vuote e senza vetri che mi fissavano e mi seguivano mentre camminavo. E uomini che mi correvano incontro, per farmi acquistare uno pneumatico usato, o per affittarmi una macchina scassata, o per vendermi una ragazzina. Soprattutto, mi pesava ricordare che quella era la città dove, nel campo di Sabra, nel 1982 avevo fotografato l’apocalisse.
Dopo aver scontato un periodo di detenzione per reati di terrorismo, sempre senza pentirsi, tornato in libertà, si impegna a ricrearsi una vita con l’amata moglie Samar, fondando una casa editrice dedicata all’ecologia. La stramba idea di aprire una casa editrice dedicata all’ecologia! Trattamento dei rifiuti, effetto serra, dissesto idrogeologico del paese. Saggi travestiti da romanzi, narrativa centrata sui dibattiti in corso. Contaminazione di generi spinta all’eccesso. Cui nessun critico, nessun giornale, nessun blog del settore dedicava un minimo di attenzione. Come se avessero concordato un cordone sanitario attorno alle edizioni “Autunno Verde”. Ero costretto a pubblicare solo esordienti, le “promesse della letteratura ecologista”. Poi un giorno si rifà vivo un suo compagno di lotta «Eccolo, è arrivato», sentii che gli diceva Leonardo. «Dottore, c’è qui un suo amico che la cerca!», gridò, rivolto a me.
«Amico? E chi sarebbe?»
«Sono io, Orson, non riconosci più i compagni? O preferisci che ti chiami Kane?»
Un colpo al cuore mi fece sussultare il petto facendomi cadere le chiavi dalle mani.
Erano decenni che nessuno mi chiamava più con quel nome.
Il mio nome di battaglia quand’ero militante di Azione Proletaria. C’erano Sirio, Straccio, Coniglio, Tigre… Il mio era Orso, ma avevo preferito Orson perché ero un patito di Orson Welles e del suo capolavoro, Citizen Kane. E il tempo delle scelte torna quanto mai attuale.
La storia si dipana nell'arco di trent'anni dal 1986 al 2012, anno in cui è maggiormente concentrata la narrazione. Il luogo è Milano, la sua amata moglie Samar è morta, un’altra donna Barbara gli è vicino, una donna che nasconde qualcosa. E nello scorrere dei giorni i ricordi dell’arrivo dei Carabinieri nel casale dove si erano rifugiati, gli ideali di gioventù, il coraggio, nascosto dai mille volti della paura, il tradimento, l’amore, la voglia di riscatto e di giustizia, la situazione attuale culla di nuove violenze e nuovi fondamentalismi, tutto ritorna vivido e doloroso, fino al finale, quasi una condanna, forse una liberazione.

La scelta di Lazzaro: recensione di Giallomania



Una scelta difficile quella di raccontare un periodo buio della nostra recente storia. Una storia di reduci: di Lazzaro Mainardi che ha partecipato alla lotta armata in Italia e di sua moglie Samar, scappata dalla guerra in Libano. Il loro desiderio di condurre una vita normale, di ricostruirsi una vita, di lasciarsi alle spalle il passato. Ma il passato ritorna prepotentemente con la comparsa di personaggi in qualche modo legati a quel periodo. Una breve trama perchè "La scelta di Lazzaro" deve essere scoperto pagina dopo pagina. Senza voler entrare in approfondimenti di natura sociale, ci troviamo di fronte ad un romanzo di grande impatto emotivo come ormai ci ha abituato Bastasi. Un'analisi del fenomeno terroristico visto dall'interno, visto da un personaggio che ha pagato sulla sua pelle scelte sbagliate, però mai del tutto rinnegate. Un tema ancora attuale anche se dimenticato o che si vuole far dimenticare. Un romanzo che ci porta in un presente-futuro fatto ancora di scontri e di violenze. In un'Italia divisa da lotte intestine, da una profonda crisi economica e di valori. Bastasi è riuscito a rendere perfettamente l'idea di quel periodo anche a chi non lo ha vissuto di persona. Abile nel non voler dare giudizi ma solo raccontare l'ipotetica esperienza di chi l'ha vissuto. Gli intrecci con il terrorismo internazionale, visti anche alla luce dei recenti accadimenti, danno anche una continuità temporale fino ai nostri giorni. Sono i personaggi, le loro vite, quello che però maggiormente colpisce durante la lettura. Tante, direi tutte, figure così significative all'interno di uno stesso racconto è difficile incontrarle. Legate una all'altra dalle loro storie, dai loro ideali, da una forma di solitudine a volte inconscia e a volte percepita realmente. Magnifici protagonisti descritti in maniera superba. Ogni lettore troverà qualcosa di se stesso in almeno uno di loro. Un libro, questa volta solo in formato e-book, di difficile classificazione perchè spazia dal thriller al noir, dalla spy-story alla narrativa. Un libro a volte duro che non nasconde, dietro una facciata di banali e logorroiche analisi politiche, quello che realmente erano gli "anni di piombo". Non deve essere stato facile per l'autore scrivere di questo argomento cercando di non suscitare polemiche o critiche pretestuose. Esserci riuscito così brillantemente è un'altra nota di merito. "La scelta di Lazzaro" deve essere letto, secondo me, solo come una storia. Una bella storia fatta da uomini e da donne. La scrittura di Alessandro Bastasi aiuta in questo, con una fluidità ed un'intensità magnifiche. Una storia da far leggere ai giovani di oggi. Perchè non ricadano negli stessi errori. Nell' errore che ha commesso "il nostro compagno che sbaglia". Ultima nota: questo romanzo dovrebbe essere distribuito anche in formato cartaceo. Leggo da più parti che gli editori sono stati titubanti a pubblicarlo. Certo, l'argomento è scomodo, la polemica potrebbe essere dietro l'angolo. Però un po più di fiducia nei lettori... non guasterebbe. Questo è un grandissimo romanzo, dall'inizio alla fine. Un finale che lascia aperto lo spazio agli ideali, all'amore, alla giustizia e alla voglia di vivere in un mondo più giusto e migliore. Perchè la Storia, quella con la S maiuscola, la scriviamo tutti noi.

Buona lettura.

Paolo Vinciguerra