venerdì 11 ottobre 2013

Scrivere, cosa scrivere, se scrivere. Un'interessante riflessione dello scrittore Patrick Fogli

La trovate qui.

"In un panorama in cui viene premiata la semplicità al limite del banale, in cui si eleva a letteratura erotica roba con cui Miller o la Nin non uscirebbero nemmeno a cena, in cui si cerca il già sentito, il già detto, in cui in metropolitana si spippiola con il telefonino e non si legge più, in cui il direttore del Financial Times spiega che il giornale deriverà dal web e non viceversa, in cui chi dovrebbe leggere i libri fatica a capire una mail di 5 righe, in cui leggi su Anobii che Mario Desiati dimostra “un certo talento” o che un capolavoro della letteratura andava “sforbiciato di almeno duecento pagine”, in cui i libri più chiesti nelle biblioteche sono la trilogia erotica di Rizzoli e nessuno chiede in prestito Madame Bovary, in un panorama come questo dove tutto sembra pianificato a tavolino e il direttore marketing è il vero direttore editoriale di fronte a un pubblico che non sa più cosa fare e che fatica trovare un libraio (mestiere a rischio estinzione più del triceratopo), cosa si fa?"