martedì 17 luglio 2012

Recensione di ORASENZOMBRA


Recensione di Daniela Basilico sul web magazine ORASENZOMBRA


"Città contro" è un Giallo. Uno di quelli "veri" e tradizionali. Un Giallo dove ci sono due morti, un intrigo molto ben strutturato e naturalmente uno o più assassini da scoprire. Ci sono cioè tutti gli elementi del giallo classico, sapientemente orchestrati in un plot in cui la narrazione non accenna mai a smorzarsi, ma al contrario tiene il lettore in continua tensione perché talmente alta è la voglia di vedere cosa succede, che il calo di attenzione è impossibile.
Alessandro Bastasi però non si avvale della struttura del romanzo di genere per raccontare semplicemente una storia di sangue, ma al contrario, la usa come pretesto per raccontare una realtà molto importante, ovvero quella dell'immigrazione e di quello che gravita intorno a una simile condizione di vita: dal rifiuto da parte della gente, di una CITTA' che appunto è CONTRO, e delle condizioni di vita di chi da extracomunitario vive in questo nostro gran bel Paese dove invece le cose non sono poi così belle.
"Città contro" è un romanzo completo: c'è una bella storia, dei personaggi che incarnano ognuno un aspetto diverso della vita e c'è ogni tipo di sentimento: dalla tristezza, alla malinconia, dalla gioia per i risultati ottenuti, all'amore, alla passione, al degrado e all'ingiustizia
I protagonisti sono in realtà parecchi: c'è la città in cui è ambientata, ci sono gli extracomunitari di varie etnie e cui l'autore affida dei ruoli ben precisi ed estremamente importanti per lo svolgimento della storia, ci sono il giudice e il poliziotto, anche se la vera indagine la conduce Alberto, fratello di Giovanna che lavora in un'organizzazione religiosa che si occupa di extracomunitari e che è già stato protagonista del precedente romanzo di questo autore che conferma di essere una delle penne noir di maggior rilievo.
(Eclissi Editore)

giovedì 12 luglio 2012

Commento di Alessandra Libutti, autrice di "Thomas Jay"



Alessandro Bastasi è uno di quegli autori che riesce ad incollarti alla pagina e farti seguire l'evolversi delle vicende con la stessa ansia e smarrimento dei protagonisti. Nulla di macchiettistico, nessuna parola o descrizione ridondante, piuttosto uno spaccato lucido e inquietante. Attraverso un intreccio ben costruito, Alessandro riesce a racchiudere tutti i nodi dell'immigrazione:
la disorganizzazione di base, le precarie condizioni di vita, l'ingerenza di politici e imprenditori, lo sfruttamento camorrista, il degrado, l'indifferenza, la xenofobia.
Si arriva alla fine tirando un respiro di sollievo perché, almeno nella finzione, resta sempre la speranza.