lunedì 5 marzo 2012

Recensione di Francesca BATTISTELLA, autrice di "Re di bastoni, in piedi" Scrittura & Scritture Editore

Bello e complesso, “Città contro” di Alessandro Bastasi affronta con coraggio e senza peli sulla lingua il tema del difficile rapporto fra immigrati extra-comunitari e cittadini italiani. Il setting è la città di Treviso e la Marca. Protagonisti un professore di filosofia in pensione, Alberto Sartini, la sua seconda moglie Valentina, infermiera, sua sorella Giovanna, ormai avanti negli anni che si è votata anima e corpo all’aiuto e al sostegno dei migranti chiusi nello squallore dell’ex-fabbrica di S. Angelo alle porte di Treviso, il sacerdote don Vittorio e la sua ONG Opus Christi, il sostituto procuratore nonché amico di Alberto, Giancarlo Conte, il medico Paolo Candiani, il senegalese Moussa, i suoi compagni di sventura e tante altre figure minori, ma non meno importati nello sviluppo complesso della vicenda. L’omicidio di Giovanna Sartini e il successivo ritrovamento del cadavere di Moussa impiccato a un trave della sua baracca daranno inizio alla parte “gialla” della storia. Il Sostituto Procuratore Conte, aiutato da Alberto, con molta fatica e parecchi colpi di scena, riuscirà a far luce su quanto accaduto portando a galla, nel contempo, un mondo marcio e fortemente condizionato dal pregiudizio razziale.
Bastasi riesce magistralmente a destreggiarsi fra la vicenda propriamente gialla e la denuncia sociale e politica, compito arduo che poteva facilmente scadere nella piatta enunciazione di slogan triti e ritriti. Ma questo non accade mai. Anzi l’autore ci porta per mano attraverso un pezzo di Veneto che ha ormai perso da tempo le sue radici “comunitarie” per abbracciare ad occhi chiusi la difesa della “Razza Piave”. Tutti forti e ben descritti i personaggi principali e i comprimari. Giusto e ben calibrato il crescendo di rabbia del protagonista Alberto Sartini che attraverso il proprio personale racconto esce un po’ alla volta dall’iniziale apatia per arrivare, nel finale, a una sana indignazione, in questo aiutato dalla moglie Valentina, bella figura di donna dallo splendido coraggio.
Molti infine gli spunti di lettura e meditazione che il libro offre al di là della sua matrice thrillestica. Due per tutti: “Bilal” indagine/inchiesta sui viaggi e sul mondo dei migranti scritto da un giovane giornalista italiano e “Le basi morali di una società arretrata”, saggio degli anni ’50 dell’americano Banfield, per ricordarci attraverso una lettura critica del libro che il recupero di una dimensione comunitaria potrebbe aiutarci a convivere con i migranti, un’idea enunciata dallo stesso Bastasi che cita Subatoi Bashir “In Africa tutto quello che fai lo fai tenendo conto della comunità”, qualcosa che da noi è andato irrimediabilmente perduto.

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